sabato 30 giugno 2007
Le strade del Tibet
............ e la foresta mantenne le sue millenarie promesse. Bastò incamminarsi. A ogni passo si animava di più, diventava più misteriosa, più sacra. Gli alberi parevano le navate di una immensa cattedrale, il sole filtrava obliquo fra le fronde come attraverso magiche vetrate. Presto attorno a noi non c'era più niente che ci ricordasse il nostro tempo. La sola traccia umana era il sentiero che ora saliva, ora precipitava in una forra oscura per poi salire di nuovo, sempre più su, sempre più in alto. Quella sulle pendici dell'Himalaya era la foresta di tutte le leggende...... Camminammo in religioso silenzio, attenti al frusciare delle foglie, allo scalpicciare lontano di un animale, al grido di un uccello. La foresta bisbigliava di mille vite e tutte assieme di una sola. (Terzani) Viaggiare. Si avvicinano le ferie e tutti domandano dove vai. Chi lo sa? Forse in Tibet? Tibet, posto mitico, forse troppo? Cosa cercare? Dove andare? Sempre citando Terzani "il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l'arrivare." Frase stupenda. Adoro Terzani. Dice cose bellissime. Lui aveva trovato il suo Tibet, aveva capito, aveva trovato se stesso, il Sè. Sono frasi semplici. Ma efficaci. "E' inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sè". Nel mio piccolo vorrei seguire questi semplici concetti. E' difficile. E' difficile farlo nel nostro mondo, nei nostri panni quotidiani, nella nostra gabbia dorata. La nostra vita è così vuota di contenuti. Piena di cose da fare, di oggetti da possedere, persone da usare, una corsa affannosa verso il benessere, quello materiale. E' la cultura dell'avere contrapposta a quella dell'essere. Il benessere chimico descritto nel video dell'ultimo post. Da raggiungere a tutti i costi. Ma la strada dov'è? La verità dov'è? "La verità è come la bellezza. Non ha limiti. Non può essere imprigionata nelle parole o nelle forme. E' senza fine." Noi con la nostra cultura occidentale di stampo cattolico, volenti o nolenti, siamo culturalmente abituati ad avere qualcuno che ci indica la strada, che ci dice cosa fare, qual'è la verità, dov'è il giusto. Se seguiamo le scritture abbiamo il paradiso garantito. Il nirvana è a portata di mano. Ma se ti spogli da tutto questo, se la strada la cerchi da solo, con la tua testa, seguendo il tuo istinto, il cuore o l'intelletto, allora questa strada è veramente difficile da trovare. Un senso alla vita, alla nostra esistenza, è difficile da dare. Invidio Terzani perchè è riuscito a trovare la sua strada. Ma la sua non può essere la mia. Ognuno deve trovare la propria. La mia qual'è? Se non può essere imprigionata nelle parole, va cercata. O per meglio dire, ci dobbiamo preparare per quando arriverà. La vita scorre inesorabile. Il Tibet è a portata di mano un'agenzia, due aerei, un giorno di viaggio, un albergo con l'aria condizionata, la Lonely Planet. Il rischio di trovarsi in una Disneyland buddhista, new age stile Buddha Bar, collanine e libri tantrici. Con i monaci buddhisti a bere un tea. Le foto da far vedere agli amici. Facile no? O forse troverò la mia piccola gompa con una finestra sul mondo. Ed un topolino a cui dare da mangiare. Nel silenzio assordante delle parole perse. Senza il silenzio non si sente! Senza il silenzio non c'è musica. Non cè amore. Come? Il Tibet è solo un simbolo. Viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. Buonanotte Tiziano il tuo cerchio si è chiuso, il tuo seme ha germogliato.
lunedì 25 giugno 2007
Sperare
E' il tramonto. I ghiacciai sono come di fuoco, le montagne su cui batte più il sole sono già nere e nell'aria è sospeso un pulviscolo d'oro. Le strade sono piene di gente; ognuno con una sua speranza. Tutti abbiamo bisogno di sperare. (Dharamsala, febbraio 1996, Tiziano Terzani, In Asia)
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