martedì 2 settembre 2008

Viaggiare in Tibet

L'associazione Italia-Tibet pubblica sul suo sito utili informazioni e notizia per chi volesse intraprendere un viaggio in Tibet. Alcuni di questi consigli ci sono stati molto utili l'anno scorso soprattuto nell'organizzazione del viaggio. Diffidate delle agenzie tuttologhe, quelle che vi propongono una settimana in Tibet ed una alle Maldive "per riprendersi dal viaggio". Casomai dovrebbe essere il contrario!!! E' importante essere consapevoli ed affidarsi a chi queste regioni le conosce bene (puoi consultare l'elenco di link in basso a sinistra). Ecco alcuni dei suggerimenti ripresi dal sito www.italiatibet.org
Entrare in Tibet
Per entrare nella “Regione Autonoma Tibetana”, in aggiunta al normale visto d’ingresso in Cina è richiesto uno speciale permesso che, finora, non è concesso a chi intende compiere un viaggio individuale. Per accedere alle altre aree abitate da popolazioni di etnia e cultura tibetana, cioè alle regioni che costituivano il Tibet storico ma che oggi si trovano al di fuori della Regione Autonoma, è sufficiente invece possedere il normale visto d’ingresso in Cina. È importante ricordare che il territorio della Regione Autonoma è strettamente controllato e governato da severi regolamenti che possono cambiare senza preavviso. In occasioni particolari i permessi d’ingresso o l’estensione dei visti possono non essere concessi. Alcune aree possono essere improvvisamente chiuse al turismo anche a causa di attività politiche locali. E’ quindi importante che il viaggiatore, soprattutto se non in gruppo, si informi prima e durante il viaggio della situazione esistente nelle zone che intende visitare e dei regolamenti in esse applicati.
Il problema delle guide turistiche
Viaggiare con una guida locale è il modo migliore per vedere il paese anche se le guide turistiche tibetane sono guardate con sospetto dalle autorità e tenute sotto stretta sorveglianza. E’ loro proibito parlare con gli stranieri di argomenti politici o inerenti al nazionalismo. Sono tenute ad esprimersi secondo i dettami della propaganda di stato, pena la perdita del posto di lavoro. In presenza della vostra guida o del vostro autista evitate quindi di parlare di politica o di argomenti potenzialmente pericolosi, anche se i vostri accompagnatori non sono direttamente coinvolti nel discorso: alla fine di ogni viaggio sono sottoposti a interrogatori e, per la loro sicurezza, è meglio che non conoscano il contenuto di certe discussioni. Vi potrete comunque imbattere in guide tibetane desiderose di affrontare con voi questi argomenti e di rispondere in modo approfondito alle vostre domande. Siate sempre molto cauti perché queste conversazioni rappresentano un pericolo. Fate attenzione a dove vi trovate e alle persone che si trovano nelle vicinanze. La rete di sicurezza cinese è capillare, con telecamere, polizia in borghese e agenti che pattugliano i principali luoghi di attrazione turistica. A partire dal 2003 le autorità governative, adducendo come pretesto la migliore conoscenza delle lingue straniere, hanno iniziato a sostituire le guide tibetane e, ove possibile, anche gli autisti, con personale cinese. Nel giro di un anno, più di centocinquanta guide tibetane hanno perduto il posto di lavoro in quanto sospettate di coinvolgimento in attività politiche. Quando programmate le vostre escursioni, insistete per avere guida e autista tibetani. La costante richiesta di personale tibetano contribuirà a far desistere i cinesi dai licenziamenti. Le vostre richieste siano cortesi ma decise e, se possibile, rivolte ai massimi livelli gerarchici.
Alcuni suggerimenti pratici
Evita di:
- Viaggiare con un gruppo numeroso e organizzato
- Alloggiare in hotel di proprietà cinese
- Usare guide e operatori turistici cinesi
- Comprare antichità
- Comprare prodotti fatti con animali selvatici, specialmente lo “shatoosh”, la lana dell'antilope tibetana
- Frequentare ristoranti e fare acquisti in negozi cinesi
- Lasciare offerte in punti prestabiliti all’interno degli istituti religiosi: vi sono buone probabilità che il denaro finisca nelle tasche delle autorità cinesi
Cerca di:
- Viaggiare individualmente o in piccoli gruppi
- Lasciare le donazioni sugli altari o consegnale direttamente ai monaci o alle monache
- Fare donazioni ai pellegrini provenienti dalle province tibetane
- Cercare di utilizzare guide tibetane ben informate o staff di operatori turistici tibetani
- Presta attenzione all'ambiente quando fai trekking e non inoltrarti in aree remote
- Considera attentamente le implicazioni negative che potrebbero derivare dal parlare o regalare oggetti ai tibetani, incluse fotografie del Dalai Lama.
- Non chiedere informazioni circa la situazione dei diritti umani
- Prima di partire informati sulla situazione esistente all’interno del paese.
Viaggiare in Tibet
All’interno della Regione Autonoma Tibetana (TAR)
Entrare e viaggiare all’interno della Regione Autonoma Tibetana (l’area che i cinesi definiscono “Tibet”) è costoso e le restrizioni sono numerose. Muoversi al di fuori di una zona limitata attorno a Lhasa richiede permessi speciali (a volte fino a quattro diversi permessi!) e l’obbligo di muoversi in gruppi organizzati, a bordo di una jeep, con guida e autista. Per quanto riguarda l’alloggio, la maggior parte dei viaggiatori che si recano a Lhasa soggiornano nell'area del Barkhor. Gli hotel più popolari sono lo Yak, lo Snowlands, il Banak Shol e il Kirey Hotels, ognuno dei quali è parzialmente o totalmente di proprietà tibetana. È importante alloggiare in hotel tibetani. Incoraggiando le attività commerciali della popolazione autoctona si garantisce un beneficio economico ai tibetani e si mantiene almeno qualche controllo sull'industria del turismo. Cercate di non alloggiare in hotel costosi: in genere sono tutti cinesi.
Al di fuori della Regione Autonoma
La maggior parte dei territori tradizionali delle Regioni tibetane (Kham e Amdo) sono state incorporate nelle province del Quinghai, Gansu, Sichuan e Yunnan. Quasi tutte queste zone sono aperte al turismo straniero e per accedervi è sufficiente un normale visto per la Cina. Le aree considerate “sensibili” son temporaneamente o permanentemente chiuse agli stranieri sia all’esterno che all’interno della TAR. Nelle zone aperte al turismo, è possibile usufruire dei normali mezzi di trasporto pubblico o noleggiare un veicolo. Per quanto riguarda l’alloggio, vigono regolamenti diversi a seconda delle località: in alcuni luoghi gli stranieri possono alloggiare in un solo albergo, in altri è consentito abitare presso le famiglie tibetane. Tenete presente, tuttavia, che i visitatori ospitati in famiglia sono tenuti sotto sorveglianza.
Religione e costumi
I tibetani apprezzeranno i turisti che rispettano alcuni dei loro costumi come, per esempio, il camminare in senso orario intorno ai templi Buddisti, ai monasteri e ai siti religiosi. Fumare e vestirsi non appropriatamente nei luoghi sacri (indossando pantaloncini o dimenticando di togliere i cappelli), è considerata una mancanza di rispetto. Le donazioni ai luoghi di culto (come molti tibetani fanno) vanno lasciate sull'altare o date direttamente ad un religioso. Questo assicura che la donazione rimanga nel tempio. Spesso, a Lhasa o in prossimità di centri religiosi, i turisti incontrano mendicanti. Solitamente sono pellegrini provenienti dal Tibet rurale. Dare loro una piccola donazione significa aiutarli a raggiungere la loro destinazione e assicurerà un merito al donatore. Se fai delle offerte, il loro ammontare non sia eccessivo: potresti dare l’impressione di avere qualche fine recondito. I tibetani chiederanno spesso ai turisti fotografie del Dalai Lama. Dal 1996, possedere queste fotografie è diventato un reato ed è importante ricordare che il distribuirle potrebbe attirare l'attenzione delle forze di sicurezza non solo sulla tua persona, ma soprattutto su chi le riceve.
Mal di montagna (altitudine)
Da qualunque parte entriate in Tibet, i primi giorni sarete probabilmente soggetti agli effetti dell'altitudine e vi suggeriamo di concedervi il tempo necessario ad acclimatarvi. I sintomi del mal di montagna sono emicrania, nausea e mancanza di appetito. Se persistono o peggiorano è importante agire velocemente, in quanto questi disturbi potrebbero essere fatali. Un’accentuata mancanza di respiro, un alone azzurrognolo intorno alla bocca, violente emicranie e nausee, confusione e ritenzione idrica sono sintomi di un grave malessere da altitudine. L'unico rimedio è scendere immediatamente a un'altitudine inferiore. Esistono alcuni piccoli centri di cure mediche fuori Lhasa e alcuni alberghi sono forniti di erogatori d’ossigeno. Prima di partire per il Tibet, è bene che vi informiate sul mal di montagna e come curarlo. Notizie utili sono in genere contenute in tutte le migliori guide turistiche.
Un'ultima raccomandazione
Ricordiamo ancora di fare estremamente attenzione al pericolo che può derivare dal parlare con un tibetano della situazione politica. Il turista rischia di essere interrogato per un paio di giorni e, al massimo, essere espulso. Ogni tibetano trovato a ricevere o distribuire materiale politico può subire invece una lunga pena detentiva e possibili torture. Non è il caso di diventare paranoici, ma siate responsabili ed estremamente attenti.