Il 26 febbraio inizia la festa di LOSAR, il capodanno tibetano, ma la situazione nel paese rimane tesa. L'opinione pubblica internazionale è presa da altre questioni e del Tibet se ne parla poco. Questo fa aumentare i timori che la Cina possa operare azioni di forza. La ricorrenza dei 50 anni dell'invasione cinese e dell'esilio del Dalai Lama potrebbe diventare un altro momento drammatico nella vita del paese delle nevi. Le frontiere resteranno chiuse per tutto il mese di marzo. Niente testimoni scomodi! Riporto il breve articolo apparso oggi su Peace Reporter.
I turisti intenzionati a visitare il Tibet nel mese di marzo si sono sentiti rispondere dalle agenzie turistiche che, per il momento, non è possibile.
Fino alla fine di marzo, mese nel quale cade il cinquantesimo anniversario della cacciata in esilio del Dalai Lama, le frontiere del Tibet rimarranno sigillate. A marzo dello scorso anno, l'opinione pubblica internazionale ha assistito alla forte ondata di proteste anti cinesi. Si è trattato delle manifestazioni più imponenti degli ultimi venti anni e che, secondo i gruppi di attivisti per i diritti umani, ha causato la morte di almeno 200 persone. Il Dalai Lama ha invitato a boicottare i festeggiamenti del capodanno cinese, che cade domani, in memoria di coloro che sono stati uccisi o imprigionati lo scorso anno, in seguito alle proteste. I gruppi di tibetani in esilio hanno descritto il boicottaggio del capodanno come "un atto di disobbedienza civile contro la repressione del governo di Pechino".
(Per approfondire l'argomento leggi qui)
martedì 24 febbraio 2009
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