Quando ho aperto questo blog pensavo di descrivere il Tibet che abbiamo visto e fotografato l'estate scorsa. Una esperienza bellissima ed indimenticabile. Certo, abbiamo visto e capito tante cose riguardo alle condizioni di vita, ai diritti umani, alla presenza (invasione) cinese, alle distruzioni ed alla miseria che pervade il Tibet. Avevamo anche pensato che il 2008 sarebbe stato un anno difficile per il Tibet. All'inizio di agosto, due settimane prima della nostra partenza, la Cina aveva chiuso per qualche giorno la frontiera tra Nepal e Tibet, l'unico varco verso sud percorribile via terra. Fino a pochi giorni prima della partenza non sapevamo se l'ambasciata cinese di Kathmandu ci avrebbero concesso il visto. Era successo, semplicemente, che degli "attivisti" avevano srotolato uno striscione Free- Tibet sulla muraglia cinese. E c'eravamo detti "ti immagini il prossimo anno con le olimpiadi". In qualche modo avevamo intuito cosa poteva succedere. Ma vedere i disordini, la gente inferocita, le notizie sui morti, gli arresti, i pestaggi ai monaci....... beh è un'altra cosa. E' una cosa che fa male. Il Tibet per noi è così vicino, i ricordi così vivi, i volti delle persone, il sorriso della nostra guida. Ora ci chiediamo se alle persone che abbiamo conosciuto è successo qualcosa, se sono ancora in vita. Ci chiediamo quale futuro si possono immaginare per sè e per i propri figli. Un popolo, una persona, senza futuro è un entità morta. E' un fiume senza acqua.... è un monastero senza monaci.
sabato 3 maggio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento